La completa risoluzione delle lesioni psoriasiche sulla cute al termine del ciclo di terapia ha una durata molto variabile che dipende da diversi fattori, tra cui:
il tipo di terapia impostata: i diversi farmaci impiegano tempi diversi ad essere eliminati completamente dall’organismo, per cui l’effetto del farmaco può continuare ancora per mesi dopo l’ultima somministrazione. Pertanto non possiamo prevedere per quanto tempo (giorni, mesi, anni) potrà mantenersi il beneficio raggiunto dopo un ciclo di terapia antipsoriasica, ma possiamo limitare la ripresa di malattia innanzitutto provvedendo a evitare il contatto con sostanze irritanti e a mantenere una quotidiana idratazione cutanea mediante l’uso di emollienti topici al fine di preservare l’integrità della barriera cutanea, poiché come sappiamo fenomeni irritativi di qualsiasi origine possono essere un fattore scatenante per la ripresa di malattia;
la storia clinica del soggetto affetto da psoriasi: in genere chi ha esordito con una psoriasi grave è più facile che alla sospensione del trattamento possa avere una ricaduta in tempi brevi e con la medesima gravità;
il livello dello stato infiammatorio generale e concomitanti fattori esterni che possono determinarne un innalzamento, quali ad esempio stress psico-fisici, infezioni intercorrenti.
Fondamentale per mantenere l’efficacia raggiunta dal trattamento concluso è evitare fattori irritativi scatenanti che possono ripeggiorare la malattia, tenere più possibile idratata la cute in modo tale da poter ripristinare al meglio il film lipidico, perché una cute secca e arrossata può essere un fattore di ripresa della malattia.
Cosa altrettanto fondamentale è mantenere un basso stato infiammatorio generale del soggetto e quindi prediligere stili di vita sani con regolare attività fisica e con un’alimentazione povera di grassi saturi che, sappiamo, possono aumentare i radicali liberi dell’ossigeno e le molecole infiammatorie che vanno a concorrere a un eventuale ripresentarsi della patologia.
E allo stesso tempo adottare anche accorgimenti che possano limitare la possibilità di sviluppare malattie come obesità, diabete, ipertensione, e quindi svolgere una costante attività fisica aerobica in grado di contrastare/prevenire queste comorbidità che possono andare a peggiorare lo stato infiammatorio del soggetto.
Assumere eccessivi livelli di vitamina D può essere pericoloso per il nostro organismo, poiché può metterci a rischio di sviluppo di calcolosi renale o di ipercalcemia, ovvero eccessivi livelli di calcio nel sangue. Inoltre, non esistono studi che confermino che assumere la vitamina D possa essere una terapia per la psoriasi, anzi i risultati di recenti ricerche evidenziano che non vi sia alcuna modifica sostanziale sulla psoriasi in chi assume quotidianamente vitamina D rispetto a chi non l’assume, indipendentemente dalla dose.
È pur vero tuttavia che, come per i soggetti non affetti da psoriasi, un paziente psoriasico in cui si riscontri un deficit di vitamina D (tramite dosaggio della vitamina D nel sangue) debba effettuare, sotto controllo medico, un ciclo di terapia con supplementi della vitamina D. Questo non tanto per far migliorare la psoriasi, ma per garantire un adeguato apporto di questa vitamina che favorisce il benessere di diversi organi e apparati, per esempio dell’osso, garantendo un miglioramento del turnover del fabbisogno osseo così come favorendo il buon funzionamento del sistema immunitario e del sistema cardiovascolare.