Si parla di correlazione tra celiachia e psoriasi perché per chi soffre di psoriasi il rischio di malattia celiaca è maggiore rispetto alla popolazione generale; la percentuale di persone con celiachia, che in Italia è stimata intorno all’1%, arriva a superare il 4% tra le persone con malattia psoriasica, psoriasi e artrite psoriasica.
La celiachia è una malattia infiammatoria dell’intestino tenue dovuta a una reazione del sistema immunitario che, in persone geneticamente predisposte, ha luogo a seguito dell’assunzione di glutine.
Tale reazione genera un’infiammazione persistente che danneggia alcune zone della parete intestinale, compromettendo così il corretto assorbimento dei nutrienti e lo stato di salute della persona.
I sintomi considerati più classici sono disfunzioni gastrointestinali (gonfiore e dolore addominale, diarrea, meteorismo), perdita di peso o, nei bambini, rallentamento della crescita.
Tra i sintomi extra-intestinali figurano invece ad esempio anemia, osteoporosi e alcuni disturbi neurologici, dermatologici e della fertilità.
Non automaticamente: una diagnosi di psoriasi non implica di per sé l’eliminazione degli alimenti con glutine dalle abitudini alimentari.
Infatti, il glutine non è fattore di rischio per lo sviluppo di psoriasi e di artrite psoriasica.
In presenza di psoriasi c’è tuttavia un aumentato rischio di malattia celiaca, che vale la pena indagare.
Ci può inoltre essere una sensibilità agli alimenti contenenti glutine, pur non inquadrabile come celiachia: se si sospetta questo tipo di sensibilità, è bene riferirsi al proprio medico per eventuali approfondimenti.
In assenza di celiachia o sensibilità non-celiaca al glutine – che vanno diagnosticate per via medica – non c’è un razionale per rinunciare agli alimenti contenenti glutine, che possono invece ben contribuire alla varietà e all’equilibrio del regime alimentare.
Non c’è un’indicazione a togliere dalla dieta gli alimenti con glutine sulla base della sola diagnosi di malattia psoriasica.
Se invece sono presenti celiachia o sensibilità non-celiaca al glutine, da verificare con il proprio medico, bisogna procedere per una dieta gluten-free. In questo caso si consiglia di rivolgersi a un dietologo, dietista o biologo nutrizionista, in modo da strutturare uno schema alimentare comunque vario ed equilibrato.
Il fai-da-te, in questo caso, può portare a regimi non corretti più facilmente di quanto si possa pensare. Consulta il nostro articolo per sapere di più su alimentazione e psoriasi.
Il glutine – o, meglio, le proteine che, se impastate con acqua, danno origine al glutine - si trovano in diversi cereali: frumento, orzo, farro, segale, kamut, spelta e triticale.
Cereali naturalmente gluten-free sono invece riso, mais, miglio, sorgo, teff, fonio e pseudo-cereali come quinoa, amaranto, grano saraceno.
Cereali gluten-free*
Frutta Verdura
Legumi
Uova
Latte e prodotti caseari
Carne
Pesci, Molluschi, Crostacei
*Riso, mais, miglio, sorgo, teff, fonio, quinoa, amaranto, grano saraceno
Attenzione però ai derivati che possono contenere cereali non ammessi o loro farine, ad esempio yogurt ai cereali e/o con addensanti, salumi, verdure impanate.
Si può inoltre far ricorso ai succedanei, ovvero agli alimenti formulati dalle aziende attive in questo settore come sostituti gluten-free di alimenti fatti con cereali non permessi (pasta, pane, pizza, biscotti gluten-free, ecc).
Si tenga tuttavia presente che, nonostante ricerca e innovazione in questo settore abbiano registrato e registrino importanti risultati da diversi anni a questa parte, questi prodotti devono far ricorso a ingredienti particolari – necessari per “mimare” il lavoro del glutine – i quali, purtroppo, spesso non sono ideali dal punto di vista dei valori nutrizionali.
Anche per questo motivo, in caso di ricorso a una dieta gluten-free il consiglio è quello di rivolgersi a un dietologo, dietista o biologo nutrizionista, in modo da non compromettere varietà ed equilibrio del regime alimentare.
In caso di celiachia, in assenza di glutine la malattia rimane (non è transitoria) ma si elimina la reazione immunitaria - che si innesca soltanto in corrispondenza dell’assunzione di glutine - con conseguente regressione della sintomatologia.
Togliere dalla dieta gli alimenti con glutine in assenza di ragioni mediche espone invece a un maggior rischio di regimi alimentari non corretti, in termini sia di bilanciamento tra macronutrienti - specialmente se si ricorre in maniera eccessiva ai succedanei – sia di varietà, fondamentale per un’adeguata copertura delle diverse componenti alimentari.
L’adozione di un regime alimentare rigoroso come quello gluten-free, se non controbilanciato da un’effettiva necessità e dai vantaggi collegati, può inoltre facilmente costituire una condizione stressogena, non consigliabile né in generale né, in particolare, in caso di malattia psoriasica.