CURE E TERAPIE PER LA PSORIASI

La gestione clinica della psoriasi va ben oltre il classico concetto di cura e guarigione.

Essendo infatti una malattia infiammatoria che si manifesta con maggior frequenza sulla pelle, la psoriasi va inevitabilmente a intaccare l’immagine del corpo che il paziente riflette all’esterno, modificandone i rapporti interpersonali e la vita sociale.

È quindi di grande responsabilità il ruolo del medico, che deve essere in grado di proporre al paziente un percorso di cura che tenga sotto controllo e migliori il decorso clinico della malattia e al tempo stesso consenta di gestire le difficoltà relazionali e renda meno problematica la quotidianità.

SI PUÒ GUARIRE DEFINITIVAMENTE DALLA PSORIASI?

Dal punto di vista prettamente farmacologico, la scelta del trattamento è condizionata da diversi fattori: forma e gravità della psoriasi, disponibilità di farmaci efficaci, età del paziente, patologie associate, preferenze terapeutiche ed eventuali recenti insuccessi.1

Purtroppo, a oggi, non è ancora disponibile una cura definitiva, in grado di risolvere la malattia, ma le terapie più recenti ne hanno ampiamente migliorato la gestione.

TRATTAMENTO IN BASE ALLA GRAVITÀ DELLA PSORIASI

La complessità della psoriasi richiede un approccio multifattoriale, che abbia come obiettivi primari la risoluzione delle lesioni dermatologiche e la riduzione dell’impatto negativo sulla qualità della vita.

Limitandoci alla scelta del farmaco, compito primario del dermatologo sarà quello di individuare il grado di severità della psoriasi, in modo da impostare il trattamento scegliendo con oculatezza tra le varie possibilità che offre oggi l’armamentario farmacologico. A seconda, infatti, del tipo di psoriasi da cui è affetto il paziente, andranno compiute scelte differenti.

COME CURARE LA PSORIASI? LE TERAPIE DISPONIBILI

La modalità di intervento del dermatologo per la gestione e il trattamento della malattia si articola solitamente su diversi fronti: nei casi meno gravi di psoriasi si sceglie la terapia topica, mentre nei casi più impegnativi si ricorre alla fototerapia, ai farmaci sistemici o ai farmaci biologici.

A grandi linee, scopriamo le terapie più utilizzate:

Terapia topica di farmaci

Terapie topiche. Sono la classica “prima scelta” per trattare soggetti con psoriasi lieve-moderata (90 per cento dei pazienti). Si tratta di farmaci ad azione locale, che svolgono un ruolo insostituibile nella gestione della malattia e rappresentano la strategia terapeutica più utilizzata dal dermatologo

Esposizione a fonti di luce ultravioletta

Fototerapia. L’esposizione a fonti di luce ultravioletta è ancor oggi un’opzione che viene privilegiata nei casi di psoriasi di media gravità. Sebbene sia particolarmente efficace, il ricorso alla fototerapia è penalizzato dalla scomodità che costringe il paziente a frequenti applicazioni presso centri specializzati

Terapia sistemica di farmaci

Terapie sistemiche. Particolarmente impiegate nelle forme di psoriasi moderata-severa, si compongono di farmaci tradizionali, efficaci ma che richiedono attenzione nella gestione dei potenziali effetti collaterali

Terapie biologiche e biosimilari come cura della psoriasi

Terapie biologiche e biosimilari. Sono modulatori della risposta biologica, realizzati in laboratorio. Rappresentano il campo nel quale si registrano le novità più interessanti. La loro capacità di interferire in modo selettivo nei processi immunologici determina una rapida efficacia terapeutica e ridotti effetti collaterali

OBIETTIVO DELLA TERAPIA

Le varie opzioni di cui dispone il dermatologo possono quindi migliorare il decorso della malattia, sebbene non siano ancora in grado di portare a una completa risoluzione.

L’obiettivo della terapia, che andrà impostata in base al tipo di psoriasi e personalizzata per ogni singolo paziente, sarà quello di controllare la malattia nel lungo periodo in funzione delle esigenze cliniche e della qualità di vita del paziente, valutando il rapporto costi/benefici.

LA VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA DEL TRATTAMENTO

Uno dei parametri più utilizzati per scegliere la terapia e verificarne il grado di successo è il PASI (Psoriasis Area and Severity Index), un indice numerico che combina l’estensione delle lesioni cutanee con altri segni clinici2 (ad esempio intensità dell’eritema e della desquamazione).

L’efficacia del trattamento viene misurata come percentuale di miglioramento del PASI: raggiungere PASI50, PASI75 o PASI90 corrisponde a un miglioramento rispettivamente del 50%, del 75% e del 90% dei sintomi cutanei.3

Fonti

1. Gisondi P et al. Italian guidelines on the systemic treatments of moderate-to-severe plaque psoriasis. J Eur Acad Dermatol Venereol 2017; 31(5): 774-90.

2. Naldi L et al. Gestione clinica della Psoriasi per il medico di medicina generale e lo specialista ambulatoriale. Pacini ed. 2016.

3. Altomare GF et al. Psoriasi: Linee guida e raccomandazioni SIDeMaST. In: Linee guida e raccomandazioni SIDeMaST. Pacini ed. 2011 - pp. 29-56.

L’OPINIONE DELL’ESPERTO: QUALI SONO I FATTORI CHE DETERMINANO LA SCELTA DELLA TERAPIA PIÙ IDONEA?

Luisa di Costanzo

La modalità di azione del dermatologo per la gestione e il trattamento della psoriasi si muove solitamente considerando differenti parametri, quali ad esempio:

  • tipologia di psoriasi e gravità della stessa,
  • presenza di comorbilità,
  • caratteristiche anamnestiche del paziente,
  • genere del paziente,
  • esigenze del paziente,
  • coinvolgimento emotivo.

Nei casi meno gravi si può scegliere una terapia topica, mentre nei casi più impegnativi si può ricorrere a fototerapia, a farmaci sistemici o a farmaci biotecnologici.

L’introduzione dei nuovi farmaci biotecnologici ha praticamente posto il problema di confrontarsi con una farmacologia completamente nuova nei suoi aspetti, sia farmacodinamici che farmacocinetici, rispetto ai farmaci tradizionali, consentendo un approccio innovativo, e per certi aspetti più semplice, per il paziente, data la possibilità di agire con lo stesso farmaco a livello multidisciplinare.

Pertanto, questi recenti concetti fisiopatologici e successivamente terapeutici hanno reso maturi i tempi per un dialogo multidisciplinare, in cui gli specialisti decidono insieme, condividendo informazioni e stratificando opportunamente il paziente con la “sua specifica” manifestazione patologica.

È fondamentale costruire un approccio terapeutico mirato per il singolo paziente, che tenga conto dei fattori elencati. Non esistono terapie standardizzate, ma azioni terapeutiche funzionali per ognuno. L’obiettivo sarà quello di controllare la malattia nel lungo periodo in funzione delle esigenze cliniche e della qualità di vita del paziente, valutando il rapporto costi/benefici.

COME ARRIVARE ALLA CORRETTA TERAPIA

Anna Balato

Fare una corretta diagnosi è il primo passo per una corretta terapia.

Lucio Anneo Seneca diceva “La fortuna è ciò che accade in ogni circostanza quando la preparazione incontra un’opportunità”; ebbene, bisogna cercare l’opportunità rivolgendosi a centri che abbiano accumulato nel tempo esperienza nel gestire la psoriasi per poter realmente affrontare il percorso di cura della malattia.

Ma qual è questo percorso di cura?

Oggigiorno si parla di percorso personalizzato, in quanto ogni paziente è un individuo a sé che non può e non deve necessariamente essere assimilato agli altri pazienti solo per la sua malattia.

Per questo ci si deve prefiggere di curare l’individuo con la psoriasi e non unicamente la malattia. La chiave di questo è l’ascolto reciproco tra medico e paziente.

È di fondamentale importanza stabilire con lo specialista un rapporto di fiducia che permetta di potersi affidare per iniziare e proseguire il percorso terapeutico.

Il percorso di cura può presentare delle difficoltà, non sempre è lineare, ma non bisogna sentirsi soli e ormai quasi tutte le problematiche riescono ad essere superate insieme allo specialista, che dovrà essere in grado di districarsi in quella che è sempre più una giungla di terapie.

Non esiste un’unica terapia valida per tutte le persone affette da psoriasi, ma bisogna cercare quella corretta per il singolo individuo.

Aver ampliato le possibilità terapeutiche per la psoriasi negli ultimi quindici anni ha permesso di poter offrire cure sempre più innovative e pensate ad hoc per i pazienti.

DALLA DIAGNOSI ALLA TERAPIA UN PERCORSO ‘PERSONALIZZATO’

Anna Balato

La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle e non solo, la cui diagnosi è clinica.

Per un dermatologo esperto nel campo fare diagnosi di psoriasi è generalmente agevole, anche se talora possono presentarsi casi che pongono difficoltà nella diagnostica differenziale.

Essere in grado di fare diagnosi di psoriasi vuol dire non solo saper riconoscere le manifestazioni cliniche, ma saper individuare il tipo di psoriasi, le particolari localizzazioni che possono predisporre allo sviluppo di altre condizioni, effettuare un’analisi dettagliata delle precedenti terapie, essere in grado di fare le domande giuste volte a indagare anche il vissuto psicologico.

Questi costituiscono i principi su cui si fonda la terapia personalizzata. Fare una diagnosi corretta è la base per poter stabilire una cura efficace.

Partire con il piede giusto è fondamentale! Non di rado si ha la necessità di effettuare un piccolo prelievo di cute per poter esaminare a fondo e in tutta la sua complessità la malattia. Sicuramente, prima di intraprendere qualsiasi terapia, bisogna anche effettuare prelievi ematici per una valutazione globale e non solo di cute.

Cos’è quindi la diagnosi di psoriasi? La possiamo definire come quel percorso delineato dallo specialista attraverso cui si arriva a dire di essere affetto dalla malattia in questione, ma ci dovrà fornire informazioni anche sulla gravità di malattia e sulle possibili condizioni patologiche associate.

COME TENERE SOTTO CONTROLLO LA PSORIASI: LE GIUSTE ABITUDINI

Alessandra Rosabianca

Sebbene non si conoscano ancora con precisione le cause della psoriasi, sappiamo che il fattore genetico ha un ruolo chiave nel determinare la maggiore o minore probabilità di svilupparla. Tuttavia, la predisposizione genetica non basta a spiegarne l’insorgenza e spesso la psoriasi, come del resto molte altre patologie, ha bisogno di alcuni trigger e fattori ambientali perché si scateni.

Stress, lesioni cutanee, infezioni, farmaci, fumo, cambiamenti ormonali, alcool, peso, abitudini alimentari rientrano in queste categorie.

Si tratta di fattori che possono favorire l’esordio o l’acutizzazione della patologia e che, nella maggior parte dei casi, sono modificabili. Significa quindi che, agendo su di essi, possiamo agire sulla patologia migliorandola o tenendola sotto controllo.

Possiamo cioè smettere di fumare e di bere, correggere la nostra alimentazione, perdere peso se in sovrappeso e iniziare a fare sport, perché si è visto che l’attività fisica ha un effetto benefico su coloro che soffrono di psoriasi.

Come sappiamo, la psoriasi è una patologia infiammatoria, quindi è importante ridurre l’infiammazione anche grazie a fattori esterni come l’alimentazione, non solo facendo attenzione ai cibi con effetto pro- e anti-infiammatorio, ma anche al modo in cui ci alimentiamo, in termini di qualità, quantità e frequenza dei cibi che assumiamo.

La psoriasi inoltre è frequentemente associata all’obesità e diminuire il peso corporeo, quando eccessivo, aiuta a ridurre l’infiammazione e a tenere sotto controllo la malattia.

Anche lo sport ha un potere benefico su coloro che soffrono di psoriasi, sul decorso della malattia e sul rischio di sviluppare altre patologie, oltre a contrastare l’obesità.

Una diagnosi di patologia cronica, come la psoriasi o l’artrite psoriasica, può provocare uno shock iniziale e spesso richiede la necessità di rivedere il proprio stile di vita perché, agendo su di esso, è possibile agire sulla patologia e migliorarne sintomi e manifestazioni.

Ma modificare le proprie abitudini alimentari, smettere di fumare, ridurre l’alcool o incominciare a fare attività fisica quando si è sempre condotto una vita sedentaria, non è così facile. In un certo senso le diagnosi di patologie croniche aprono a nuovi percorsi di vita che, in misura maggiore o minore, richiedono un cambio nelle abitudini e una revisione del proprio stile di vita.

Tuttavia, operare questo cambiamento non è sempre così semplice. Ma perché è così difficile modificare il nostro stile di vita se sappiamo che alcuni accorgimenti nelle nostre abitudini potrebbero farci stare meglio?

A volte ci si può trovare bloccati in un’impasse caratterizzata da forze opposte che, proprio per la loro carica contrapposta, finiscono per bloccarsi a vicenda, inabilitando, in parte, le risorse cognitive, emotive e comportamentali e, in definitiva, inibendo il cambiamento.

Può succedere, per esempio, che da una parte si ha una visione catastrofica sul decorso della propria malattia e contemporaneamente l’aspettativa di soluzioni magiche da parte dei medici o familiari.

In ogni caso il risultato è demandato a qualcosa o qualcuno di esterno a sé, con conseguente assunzione di comportamenti passivi e perdendo di vista la propria responsabilità e il proprio potere nella gestione della patologia.

Spesso c’è di base una confusione cognitiva ed emotiva e una difficoltà a riconoscere sentimenti e sensazioni personali, che vengono taciute o confuse fra loro.

Entrare in contatto con le proprie emozioni autentiche produce invece un naturale movimento interiore e corporeo teso al benessere, che nell’impasse è bloccato o deviato in comportamenti inefficaci o, addirittura, dannosi.

Per quanto possa essere difficile accettare di soffrire di psoriasi, di artrite psoriasica o di altra patologia infiammatoria, può essere l’occasione per intraprendere un percorso di autoconsapevolezza e ascolto di sé e del proprio corpo, l’occasione per dare spazio a quelle parti dimenticate o inascoltate, permettendogli di riaffiorare.

Il linguaggio del corpo può così acquistare significati fino ad allora sconosciuti, trasmettendo messaggi da ascoltare e interpretare con interesse ed empatia.

Corpo e Sé accorciano le distanze, più integrati tra di loro e in ascolto reciproco e rispettoso. Le forze, inizialmente opposte dell’impasse, incominciano a venirsi incontro, allentando la loro resistenza.

Grazie a questa rinnovata alleanza, modificare il proprio stile di vita non sarà più vissuto come un obbligo a cui ribellarsi, una soffocante imposizione o un cambiamento magico operato da una forza esterna.

Ridurre il fumo o l’alcool, porre attenzione all’alimentazione, abbandonare la vita sedentaria a favore di un po’ di movimento, sarà un’esigenza che nasce da dentro e un regalo da fare a sé stessi.

Lo sapevi che la psoriasi fa parte della malattia psoriasica?

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